Poi uno dice che ha avuto un'infanzia facile

Mentre giorni fa cercavo l'immagine di Hilary per il post sul salto della corda, mi è venuto in mente che da piccola non mi perdevo una puntata di BIM, BUM, BAM.
A parte avere in testa ancora la faccia dei conduttori, roba che se li incontrassi per strada li riconoscerei anche dalla macchina in coda sulla carreggiata opposta del GRA, ricordo il tenerissimo UAN e un Bonolis che sfido chiunque sia degli anni '80 a non aver chiamato PIOLO per almeno un decennio.
Quanti cartoni animati ho visto in vita mia davanti a quella trasmissione?
Quanto mi facevano ridere le scenette che facevano?
Tempo fa leggendo una striscia di Zerocalcare ho cominciato a ridere fino alle lacrime vedendo citato BATROBERTO.

No vabbè, lo avevo del tutto rimosso!
Mi sono soffermata a pensare quindi ai cartoni animati della mia generazione.
Inutile dire che a parte qualche rara eccezione come Yattaman, L'uomo tigre, Bem e quel gran figo di Capitan Harlock che ha piantato in me il seme del "voglio un uomo bello e dannato", guardavo solo cartoni da femmina.
Dopo tanti anni sono sempre lì, ancora davanti alla tv a guardare cartoni, questa volta con mia figlia.
Mi accorgo in effetti di quanto siano cambiate le storie e i protagonisti nel corso degli anni.
I cartoni di oggi sono tutti pieni di allegria e buonumore, messaggi politically correct e mamme perfette.
Ma porca di quella miseria, ma solo alla mia generazione è toccato crescere con drammi degni di una tragedia greca?
Andiamo per ordine.
Primo tra tutti il capostipite dei traumi infantili:
Candy
Cresce in un orfanotrofio, viene adottata e si ritrova due stronzi per fratello e sorella, si innamora di uno che di lì a poco schiatta, poi incontra Terence che però la lascia per sposare una ragazza paraplegica, fa amicizia con un mezzo matto sempre seguito da animali manco fosse San Francesco travestito da Biancaneve che poi si scopre essere suo padre adottivo.
Nel film "DILLO CON PAROLE MIE" Giampaolo Morelli/ Enea dice una grande verità:
"Ho visto le menti migliori della mia generazione bruciate da Candy Candy".
Per non parlare del trauma delle caviglie a tronco, da cui la famosa espressione "C'hai le caviglia alla Candy Candy".

Altro cartone, altro dramma.
"LALALALLA', LALALALA' LALALALALALALAAAAAA"
Quando penso a lei scatta automatica la sigla nella mia testa malata.
Padre deportato, la madre adottiva che la odia, i fratellastri gemelli Abel e Arthur (ma è Abel quello fico) si innamorano di lei e si prendono a mazzate per i vent'anni successivi. Lei si innamora di un damerino che ha la strana abitudine di girare ignudo per prati e alla fine (nel manga originale) si fa ingravidare da Abel che ha il buon gusto di morire per lasciare che Arthur cresca suo figlio con Georgie.
Qualcuno ha detto incesto?

Per cavalcare l'onda del trauma infantile non posso non citare lei.
Milly un giorno dopo l'altro


Già il titolo presagisce qualche infausto dramma da superare,appunto, un giorno dopo l'altro.
Infatti la madre muore SUBITO in un incidente stradale. Arriva l'immancabile matrigna che manco a dirlo è una carogna, e come se non bastasse che non ci metti pure la bancarotta?
Milly però se ne sbatte e pensa solo ad esaudire il sogno della compianta madre: "diventare una signora".
Con le pezze al culo, ma sempre una signora. Quando si dice le priorità.

Ho detto pezze al culo? 
Allora è il suo turno.
Lovely Sara
Da pricipessa dei diamanti a sguattera il passo è breve.
Parte orfana di madre e arriva orfana di padre. TOMBOLA!
Unico caso in cui un ricco uomo d'affari metta a soqquadro mezza Europa per dividere la sua fortuna con la figlia dell'ex socio. La fantasia a volte non ha freni.
E' così buona che quando torna schifosamente ricca invece di donare un sacco di soldi all'amica sguattera che fa? La assume come dama di compagnia. Alla faccia del Lovely, della serie TIE' PIA STI SPICCI. Menzione d'oro per Priscilla, la bambola agghiacciante che si trascina appresso anche quando pulisce i cessi.

Ero già un più grandicella quando arrivò in Italia questo cartone strappalacrime.
Già la sigla è una coltellata in pieno petto per quanto è struggente.
I protagonisti sono adolescenti e lo schema è lui-lei-l'altro, dove lui e l'altro sono gemelli e il più fico dei due, ca va sans dire, muore più che per un incidente, a mio avviso, per non farsi parlare dietro da Abel di Georgie. Dice che non è per niente grottesco che il fratello vivo faccia finta di essere quello morto tornato in vita. Dice che alle ragazze piace. Infatti lei alla fine cede. Poi dici perchè hai paura dei fantasmi.

Tra un dramma e l'altro però la vuoi imparare un po' di storia?
Lady Oscar
La mia preferita in assoluto.
Da Maria Antonietta all' ultima cortigiana del re hanno tutte provato a limonarla!
Avrò avuto sei anni al massimo e non ci vedevo nulla di strano nel fatto che una donna potesse innamorarsi di un'altra donna. Lady Oscar era troppo bella, troppo alta, troppo bionda, troppo sul cavallo bianco per non avere voglia di corteggiarla. Baci saffici a gogò, puttane del re come se piovesse, un mezzo stupro subito per mano del fidato André che la ama da sempre e che ad un certo punto perde pure un occhio. La ghigliottina incombe, la gente è un tantinello incazzata e prima di dargliela a sto povero cristo guercio, Lady Oscar svomitazza sangue per tutta Parigi.
Muoiono entrambi, lei di tisi e lui ucciso da un proiettile. Parigi a ferro e fuoco, i reali decapitati. Quando si dice tutto è bene quel che finisce bene.

Questi sono i cartoni da me più amati,  i più tristi che mente di disegnatore potesse partorire.
Cos'è questa mafia delle bambine orfane? Qual'è lo scopo? Perché se il padre, (la costante è che siano orfane di madre) quando si risposa trova sempre una bagascia? Perché il fico muore sempre e se non muore è un dannatissimo stronzo? Cos'è, piccoli John James Preston crescono?
Sono temi forti da proporre a bambine di sei anni e qua ce ne sono di delicati: l'omosessualità, la povertà, la morte, la fame, la cattiveria, la solitudine, le punizioni corporali, l'abbandono.
Eppure credo di essere cresciuta bene.
Ho detto credo!
Mi sento un po' mia nonna quando dico che "Ah, i nostri si che erano cartoni".
Crudi erano crudi, però mi hanno anche messo di fronte ai problemi reali del mondo.
Tifare perchè Georgie o Candy riescano a trionfare non sarà mai paragonabile al tifo che fa mia figlia affinchè il postino Pat riesca a consegnare la lettera alla lattaia.
Non cambierei una sola puntata di questi e altri cento cartoni con una di Peppa Pig.
Tata Lucia, perdonami se puoi.










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